L'Olio Extravergine di Oliva

Oro giallo sulla tavola tutti i giorni

L’origine dell’olivo è incerta. Per lungo tempo si ritenne che il centro di origine fosse il Medio Oriente, mentre ricerche più recenti indicano come più probabile culla i monti del Caucaso, le pendici dell’altopiano iraniano e le coste della Siria e della Palestina. L’olivo era pianta così stimata in epoca romana, che Columella, scrittore e agronomo latino, lo definiva il più importante degli alberi, “olea prima omnium arborum est”.
Nella tradizione ligure, la diffusione dell’olivo viene attribuita ai monaci Benedettini che si insediarono in epoca medievale a Portofino, sull’isola del Tino e di Gallinara e ad Albenga. Furono sempre i monaci a divulgare e migliorare le tecniche di coltivazione oltre ad insegnare alle popolazioni locali come rubare alla natura terra da coltivare, con la costruzione dei muretti a secco. Si presuppone che proprio nei loro orti monastici venne selezionata la cultivar Taggiasca che prende il nome da Taggia, luogo di origine.
L’olivicoltura ligure, così come in altre regioni italiane, occupa quei terreni meno idonei a coltivazioni più produttive come quelle orto-floro-frutticole. Dalla prima spremitura delle olive di varietà locali di olivo (Taggiasca, Lavagnina, Razzola, Pignola, Colombaia, Rossese, Lantesca, Merlina, Mortina) nasce l’olio extravergine di oliva ligure.”.

L’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA D.O.P. “RIVIERA LIGURE DI LEVANTE”

Derivante da olivi autoctoni, è caratterizzato da un elevato contenuto di acido oleico, basso contenuto di acido linoleico e bassa acidità.
Ha colore verde/giallo, odore fruttato maturo, sapore fruttato con sensazione media di dolce e leggera sensazione di amaro e piccante.
Secondo il disciplinare di produzione, la D.O.P è riservata agli olii provenienti da varietà Lavagnina, Razzola e Pignola per almeno il 65%.I cultivar del Golfo del Tigullio – Olivo Lavagnina
Cultivar di olivo locale utilizzata per la produzione di olio. Probabilmente deriva dalla Taggiasca. Alberi capaci di raggiungere un gran sviluppo in condizioni favorevoli, anche 15 – 16 metri di altezza. La chioma è molto ramificata, con rami tendenti ad assumere un portamento pendulo, caratteristico. Le foglie sono allungate, regolari, di colore verde scuro, lucente nella pagina superiore e grigio-verdastro in quella inferiore. Le infiorescenze risultano allungate, spargole, provviste in media di 19-22 fiori. Il frutto ha forma cilindrica, allungata, leggermente ingrossata alla base: a maturità presenta un colore nero violaceo, con polpa poco consistente, molto oleosa. L’olio rappresenta in media il 27%. Resa al frantoio: 24%. Si presta anche per indolcimento. Maturazione delle drupe non contemporanea. Nocciolo piuttosto grosso, molto acuminato all’apice ed allargato alla base, con rigature irregolari poco profonde. Non denota una particolare resistenza ai comuni parassiti. La sensibilità alle base temperature ed alla siccità è notevole; tuttavia la razza è localmente molto apprezzata.